Il video di Trump che tutti hanno visto è naturalmente osceno. Né punk, né dissacrante, semplicemente osceno nell’accezione più infantile. Non già o non solo perché fa tabula rasa simbolicamente (con l’auspicio di farlo materialmente) di una quantità di persone vessate da anni da un conflitto enorme e che sembra irrisolvibile (e le cui piaghe, in ogni caso, si sentiranno per decenni). Ma anche e soprattutto perché la promessa di un mondo migliore rileva ancora una volta la caratura dell’individuo. Attenzione: non parliamo nemmeno di caratura morale. Parliamo di caratura del desiderio: quale utopia si immagina Trump? Qual è il suo ideale di mondo perfetto? La piscina, le ballerine con le tette grosse, il cocktail. La vacanza premio di un gruppo di maschi quarantenni sfigati. Il Presidente degli Stati Uniti – ripeto – ha questa idea di mondo perfetto. E questo è un primo punto su cui non ci si è soffermati, perché catturati dall’urgenza della questione bellica. Ma vale la pena di discuterne, immagino, se dobbiamo appaltare la nostra architettura del desiderio a un tizio la cui massima idea di piacere e realizzazione personale sono il jet privato (che gli serve per passare da un centro commerciale a Parigi a uno a Dubai) e musica brutta.
C’è poi un secondo punto, che fa rabbrividire. Il video è, di nuovo, osceno, per la sua qualità. Vorrei provare a immaginare come è andata: Trump è in bagno a fare la cacca nel suo gabinetto d’oro zecchino. Sta compulsando il suo smartphone quando nella chat Whatsapp degli amici del calcetto il simpaticone del gruppo invia un messaggio. Ha scoperto un software free online, che ti consente senza registrazione di generare piccoli video con dei semplici prompt, e così ha prodotto il contenuto. Trump lo riceve fra una scoreggia e l’altra, mentre la cacca gli esce dal suo vecchio culo. Ride di gusto, è divertentissimo. Una schiava gli pulisce il culo con la lingua ma lui non ci fa caso (non ci fa mai caso). Sta avendo l’ideona: lo pubblico! Il mondo riderà con me!
Ora, la cosa grave di tutta questa storia, fra le miriadi di cose gravi, è che un uomo che di mestiere siede ai tavoli dei potenti del pianeta, con virtualmente infinita disponibilità di mezzi e di risorse, faccia uscire dai suoi canali ufficiali (leggasi il suo social Truth) una porcheria – proprio tecnicamente – di tal foggia. Chiunque dica che dietro c’è un sofisticato centro di marketing o qualsiasi altra roba si sbaglia. È la cacca del culo di Trump, nulla più. Continuiamo a interrogarci sui pericoli dell’intelligenza artificiale. Ma quanto è pericoloso che una monnezza del genere possa essere considerata, ad altissimi livelli, un contenuto legittimamente pubblicabile? La risposta è chiara: siamo diventati tutti coprofagi, e il video ancora una volta parla di noi; eccoci qua ad azzuffarci su questo o quel dettaglio, di un’opera che alla base è stata generata in 5 minuti. La politica e il mondo ridotti a farsa, a pantomima, non possono piacerci a targhe alterne. Se li vogliamo così, allora accettiamo che fra le nobili forme dell’avanspettacolo c’è anche il Grand Guignol, e che noi siamo un po’ spettatori un po’ protagonisti.

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