La mia auto, una Opel Karl Rock comprata qualche anno fa di terza mano (comprata online dopo il giro dei sette concessionari, ognuno dei quali mi proponeva improponibili forme di finanziamento), ha sempre un problema. Questa volta è il turno di una gomma, che perde. Così perde il mio già non gonfio portafoglio. Ma questa è solo la premessa della storia.
Sono andato, ieri, dal gommista, per esporgli il problema. Non è avvincente. Ciò che però invece desta inquietante curiosità è cosa è successo quando sono tornato a casa e ho fatto quello che faccio sempre: mi sono rimesso al pc. Eccola lì, brillare del suo grassetto numinoso, la mail della famosa azienda di pneumatici. Né in spam, né in promozioni, bensì nella casella principale, svettava fra le altre. Mi presentava il “nuovo pneumatico Seasons 2, progettato per durare più a lungo in tutte le condizioni climatiche”. Pazzesco! Proprio quello di cui avevo bisogno!
Ora, mi sembra chiaro, evidente, lampante, che siamo di fronte a un guaio. Io, credetemi, non ho scritto a nessuno del problema della gomma. Non posso garantire di non averne parlato, ad alta voce. Ma se devo essere complottista, lo sarò fino alla fine: anche se non ne avessi mai parlato, se l’affaire dello pneumatico fosse rimasto un tarlo squisitamente incastrato nella mia testa e solo nella mia testa, quella sponsorizzata sarebbe arrivata comunque. In qualche modo, qualche soggetto esterno – un soggetto che non ha corpo né spirito – sapeva in anticipo quando avrei avuto bisogno di andare dal gommista. Era perfettamente edotto sulle mia abitudini, sul mio stile di guida (peraltro ho anche anni fa installato la pratica scatola nera che mi dà punti se guido bene, e infatti l’assicurazione ora costa più di prima), sulla mia totale tendenza all’incuria nei confronti dell’autoveicolo. Il supercomputer, la characteristica universalis, incrociando tutti i parametri già sapeva. A tal punto che forse non ha nemmeno previsto, quanto piuttosto dettato il mio destino.
In ambito legale si inizia a parlare di neurodiritto, e penso che sia una direzione fondamentale da seguire. Se non sono libero di bucare una gomma senza che l’Angelo della Storia lo venga a sapere, e se sono colpevole di averlo – l’Angelo – in qualche modo addestrato io, allora la situazione è davvero grave.
Non c’era certo bisogno della storia dello pneumatico per avere prova di ciò. Le prove le abbiamo sotto al naso, costantemente. “Ci ascoltano”, diceva quel pazzo del cliché con la carta stagnola sulla testa per schermarsi. Povero pazzo, moderno Diogene nella sua botte cospiratoria. Non aveva capito che più che ascoltarci, ci sentono.
Ho poi ricontrollato, alla mail seguiva un’altra missiva, che era un re-inoltro, identico, mandato ventisei minuti dopo. Proprio mentre ero a colloquio con il mio gommista di fiducia, che sta due vie più in là rispetto a casa mia, in un cubicolo con suo padre. L’insegna G O M M I S T A avrà 50 anni, e il cubicolo probabilmente di più. Finché ci sono loro, io non vado da altri gommisti. Mi fa specie però questa doppia mail. È come se in qualche modo l’Angelo della Storia si sia sentito minacciato. Messo all’angolo, impotente, quell’altra mail cercava di essere una seconda notifica, un blip che mi avrebbe distratto per un attimo dalle mie contrattazioni con il gommista. Uno sguardo sullo smartphone, la provvida offerta che mi avrebbe fatto cambiare strada, tradire il mio gommista. Forse almeno per questa volta l’ho scampata. Ora però corro, che mi scade la promozione LIDL (-15% sulla Mozzarella High Protein mi dice l’app… vuoi non approfittarne?).
Ah, per chi se lo stesse chiedendo, ho preso le famose quattro stagioni (solo due su quattro, per risparmiare). Perché vanno bene anche d’inverno? No, perché mi ricordano la pizza.

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