Solo un fumatore può comprendere quanto una dicitura di questo tipo sia umiliante. E quanto quindi, di contro, si possa voler bene a un aeroporto con opportune smoking area. Perché un buon fumatore, alla fine dei conti, non vuole fare male a nessuno se non a se stesso. Perché un buon fumatore si sente male quando la sua boccata di fumo, per strada, per caso intercetta un passante. E si sente ancora peggio quando questo passante dà sfogo alle sue pulsioni più recondite, approfittando della disattenzione per proferire una serie rabbiosa di improperi. Come se quella boccata di fumo lo avesse trafitto quanto uno stuolo di dardi avvelenati. Fateci caso, al senso di fastidio assolutamente fuori luogo che è capace di palesare – in maniera assai plateale – il non fumatore che per sbaglio incappi nelle vostre boccate di fumo. Se non è di luna buona, state pur certi, amici fumatori, che non ve la farà passare liscia. Ezechiele 25:17.
Perché un buon fumatore, in fondo, c’ha già il suo demone da tenere a bada. E perché le dipendenze sono orrende, ma cosa saremmo senza.
Il grosso problema degli aeroporti smoking free, ho sempre pensato, è che siano in fondo dei presuntuosi, che travisano il proprio ruolo. Quale è la funzione di un aeroporto? Stare lì perché gli aerei vi si parcheggino e da lì ripartano. E cercare di rendere i tempi di transito e di sosta per i passeggeri il meno traumatici possibili. È dunque un aeroporto uno psicologo, un pedagogo, un medico? Non mi pare. Ho chiesto io all’aeroporto di essere aiutato a risolvere il mio problema con il fumo? Nemmeno. Soprattutto, provo piacere a stare in un aeroporto? Quasi mai. Ci vado perché sono obbligato, per raggiungere le mete dove devo andare.
Niente di più abusivo, dunque, che negare, a me e a centinaia di migliaia di passeggeri (provenienti dalle più disparate culture, molte delle quali non demonizzano il fumo), di fumare, come se la cosa avesse qualche ripercussione sul benessere generale dei non fumatori. Una smoking room, un terrazzino, a due chilometri dal mio gate, e la cosa sarebbe risolta. Ma no, bisogna darmi una lezione. Bisogna prendere una posizione. Bisogna lottare per uscire dalla condizione di non-luogo.
L’aeroporto smoking free è una manifestazione sadica e punitiva, nient’altro. Aspetto ancora di incontrare il fumatore che abbia smesso perché aiutato da un aeroporto. E io che sono astemio da anni, peraltro, non ho mai preteso un aeroporto alcol free.

Lascia un commento